dal 10 marzo al 9 aprile
giovedì, venerdì e sabato 15 - 18
domenica 10 - 12 e 15 - 18
Ingresso libero
IL TEMPO E LA MEMORIA
SPAZI DEL PRESENTE - FUTURO PROSSIMO
S i l v a n a N o t a
Caratterizzata da una forte valenza di ricerca poetico-gestuale, la mostra riunisce quattro artisti di rilevante cifra culturale: Mariella Bogliacino, Maria Erovereti, Fernando Montà e Rosa Sorda. Affini e al contempo diversi dialogano, seguendo il filo della dimensione legata al tempo e alla memoria, individuando in essa il substrato originario indispensabile alla contemporaneità e alla germinazione del futuro. Nato da un’idea di Maria Erovereti, il progetto iniziale si è sviluppato successivamente attraverso un costante percorso condiviso, al cui interno le diverse matrici poetiche e stilistiche del gruppo sono confluite all’unisono mantenendo le peculiarità individuali.
Fulcro dell’esplorazione tematica è l’osservazione della stratificazione temporale innestata nel contemporaneo, non già come critica di un presente troppo vuoto che costringe a guardare indietro, ma come valore fondante capace di valorizzare l’eredità antica e tradurla in preziosa linfa rigenerante e motore di attuali e innovativi progressi dalle incalcolabili declinazioni. Un passo avanti voltandosi indietro, per salvare ciò che serve alla costruzione di ulteriori traguardi da consegnare al futuro con mente aperta e spirito di responsabilità. Scuotere la polvere secolare e luoghi comuni di pensiero, estrarne gli elementi universali e rielaborarli con gli strumenti a disposizione dell’epoca in cui viviamo, nella consapevolezza che l’arte sia veicolo di idee, di rispetto, di innovazione, rappresenta dunque l’elemento guida, il collante del contenuto di lettura della mostra.
Il percorso si snoda in quattro isole monografiche all’interno delle quali ciascun artista elabora rispettivamente la propria versione del tema, a cui si aggiunge uno spazio comune che, come sezione introduttiva, suggerisce un visione corale del concept espositivo.
Simbologie e il Mito di Aphrodite - Canto d’Amore alla MadreTerra. Mariella Bogliacino presenta opere a muro e installative spazianti dalla pittura plastica bidimensionale-tridimensionale al libro d’artista, dalle scritture calligrafiche alla poesia visiva, linguaggi con i quali conduce una ricerca sul Mito di Aphrodite e al suo riferimento alla Grande Madre e alla Natura. Nascono così i cicli dedicati alla Dea e ai suoi simboli: i Vulcani, la Colomba, la Rosa, il Delfino, che nell’elaborazione artistica assumono il ruolo di ulteriori fonti d’indagine poetica come il Ventre di Aphrodite, Madre feconda, generatrice di vita e di bellezza. La lettera A, iniziale di Aphrodite ma anche di Amore e della sua forza creatrice, si traduce nell’intensità,calda e avvolgente degli impasti cromatici rossi e materici sui quali l’oro si adagia con eleganza. Altre volte invece la sua tavolozza vira sulle tonalità fredde ed eteree di un mare dagli infiniti rimandi e letture.
Lampi di memoria. Maria Erovereti trae dallo studio intorno alla memoria ancestrale della Terra il senso della sua poetica ispirata al ricordo di persone e oggetti. Esplorandone la religiosità, gli affetti, la vita interiore, scava nella percezione di ciò che sembra svanito, e che in realtà permane nella sedimentazione interiore. Propone fotogrammi realizzati in studio, dove la luce diviene elemento di trasmutazione della realtà in irrealtà verso dimensioni dello spirito. ll fluire del tempo nei volti degli anziani, accanto invece a giovani sembianze, trovano contrappunto in narrazioni nelle quali una prima opera dedicata al ricordo di una persona avanzata nell’età, si trasforma in un secondo lavoro in cui l’artista ne registra l’impressione. Le immagini, come proiezioni della mente, nascono da un gioco di riflessi creato dalla luce naturale – photo-graphia, nell’accezione letterale del termine.
Tracciati/Essenza. Fernando Montà presenta opere pittorico-modulari-installative di complessa composizione. In sequenza, crea tracciati lungo i quali la continuità della ricerca legata alle tematiche ambientali e della terra ferita, trova nuovi sviluppi senza mai interrompere le linee di una poetica che, pur in costante metamorfosi non perde il filo del vissuto. Affronta l’emergenza del dolore inflitto dall’umanità al Pianeta e all’urgenza di scuotersi dall’indifferenza irresponsabile. Simbolicamente molti suoi lavori, percorsi dal vento che muove anche ciò che è statico, si sviluppano su supporti circolari ad indicare l’unità tra mondo esterno e interiore, essere umano e natura. Due tondi sovrapposti dello stesso soggetto dipinto in periodi diversi collegano il passato al presente come metafora di una memoria che, rigenerandosi, non cade nell’oblio.
Architetture mistiche, geometrie della luce. Rosa Sorda come un’archeologa del pensiero, scava nel patrimonio di conoscenze del passato e nel giacimento dell’arte antica, alla ricerca di ciò che deve essere salvato e riportato nel tempo in cui viviamo, al fine di tesaurizzarne i contenuti e costruire ulteriori tasselli di bellezza pervasa da spirito elevato. Presenta tele dai colori accesi o diafani ma sempre delicati e armonici, con i quali ridisegna frammenti architettonici di cattedrali romaniche e gotiche lasciate appena affiorare e immerse in spazi vuoti dove sembrano levitare senza peso, offrendo prospettive inaspettate e luminose di comprensione. La luce costruisce infatti ogni suo lavoro, che riporta al Mandala, al Medioevo e ad un’iconografia sacra e misterica. Il desiderio di un superamento della realtà verso dimensioni più alte, rappresenta il cuore della sua poetica estrinsecata con il desiderio di trasmettere, in risposta al dolore, gioia e positività.